Diventare un attore responsabile del territorio

Nell’analisi della relazione tra impresa e territorio, è centrale il tema della “cittadinanza d’impresa”: l’azienda, si dice, non è un’isola e nei confronti del territorio deve comportarsi come un buon cittadino, consapevole che le risorse materiali e immateriali dei luoghi in cui opera devono essere utilizzate in modo responsabile.

La parola “impresa” accostata alla parola “territorio” fa subito pensare alla sostenibilità ambientale e al relativo precetto del “non inquinare”. In realtà, quando si parla di impresa come attore responsabile del territorio si fa riferimento anche a molto altro. L’impresa ha un ruolo importante nella società e, come ogni organizzazione, vive e si sviluppa grazie alle relazioni con altri attori, vale a dire grazie a un “capitale relazionale” che costruisce innanzitutto nel proprio territorio: relazione con l’ambiente, quindi, ma anche relazioni con le altre imprese e, più in generale, con le altre organizzazioni. Ci sono però altri elementi che influenzano in modo profondo il successo e la capacità di innovazione di un’impresa: ad esempio, i servizi pubblici, le infrastrutture logistiche e gli asset immateriali della comunità quali scuole e Università. Il tema, in sintesi, è quello di pensare al territorio come a un sistema complesso, in cui ciascun elemento influenza l’altro. Così, se l’impresa ha diritto di utilizzare le risorse, ha anche il dovere di farlo con intelligenza, nel rispetto delle regole e guardando lontano, a una produttività che si sviluppa nel tempo e insieme al territorio

Quali sono i vantaggi?

La competitività di un’impresa e la qualità del territorio sono strettamente connesse: come un’azienda necessita di una comunità in buona salute (per poter impiegare persone competenti e attive, ad esempio) e di un ambiente accogliente, così una comunità ha bisogno di imprese di successo, che siano in grado di garantire lavoro e di creare nuove forme di innovazione sociale utili a tutti, assicurando il benessere della popolazione. Imprese e comunità necessitano poi di politiche pubbliche che regolino in modo adeguato le attività, sostenendo il mercato e proteggendo i beni comuni. A partire da qui, i vantaggi che un’impresa trova nel contribuire alla costruzione di un territorio responsabile e sostenibile diventano immediatamente evidenti: • acquisisce stima, ascolto e collaborazione da parte di altri soggetti; • migliora le capacità di sviluppo non solo basandosi sulle proprie forze ma anche grazie alla cooperazione e all’acquisizione di conoscenze e competenze dall’esterno; • contribuisce a un processo di generazione del valore collettivo e quindi più duraturo perché frutto delle sinergie tra una pluralità di soggetti.

Da dove cominciare?

Anche se ogni territorio ha le proprie specificità, vi sono principi metodologici che possono essere universalmente applicati.

  1. Valutare gli asset intangibili del territorio. Il primo passo che l’impresa deve fare quando decide di insediarsi in un’area (ma anche se è da tempo presente nel territorio ma non ha mai affrontato consapevolmente il tema) è la valutazione delle potenzialità del territorio: capire quali sono le interdipendenze – non solo commerciali – esistenti e che possono scaturire, ad esempio, dalla presenza di strutture universitarie di ricerca; conoscere le direttrici politiche su cui si stanno muovendo gli Enti pubblici, soprattutto in relazione alla creazione di capitale sociale; individuare i luoghi più interessanti dal punto di vista dell’innovazione sociale, etc.
  2. Analizzare le eventuali criticità esistenti. È l’altra faccia della medaglia: dopo aver esplorato i punti di forza del territorio, bisogna individuarne i punti di debolezza. Se il momento precedente consente di individuare i fattori di eccellenza (anche per creare alleanze), questa seconda fase permette di capire dove intervenire per contribuire alla soluzione dei problemi, per esempio collaborando alla salvaguardia del patrimonio naturalistico e artistico, al sostegno delle fasce deboli della popolazione, al finanziamento di società sportive locali, etc..
  3.  Elaborare un piano d’azione. Il piano prepara il passaggio dalla teoria alla pratica: definire obiettivi e destinatari, scegliere le azioni, impostare gli interventi. In molti casi l’impresa può intervenire più che con risorse economiche con competenze specifiche, ad esempio offrendo a Enti pubblici o a organizzazioni non profit la collaborazione dei propri dipendenti. Una delle pratiche che si sta diffondendo tra le aziende responsabili è il volontariato d’impresa, una modalità che permette di creare utili sinergie. L’interazione tra imprese, enti locali e società civile consente di avviare quella che viene chiamata “Responsabilità Sociale di Territorio”: una responsabilità relazionale che parte dall’ascolto per arrivare a interventi mirati ed efficaci a vantaggio della comunità.